Nella scorsa lezione abbiamo visto che usando che possiamo usare forme semplici per modificare una copia dal vero o creare una composizione ex-novo.
Il passo successivo è riuscire a posizionare figure queste forme semplici nello spazio in maniera credibile.
È qui che entra in gioco la prospettiva.
La prospettiva è una rappresentazione approssimativa di come il nostro occhio vede le forme a distanze diverse. Molto semplicemente, più un oggetto è lontano più noi lo vediamo piccolo, e lo stesso vale per i lati di uno stesso oggetto. In un cubo, ad esempio, il lato più vicino a noi appare più grande di quello più lontano.
Ci sono un paio di regole per una costruzione geometrica di oggetti in prospettiva, sono abbastanza semplici, ma la prima volta che ho studiato questo concetto alle medie metà della classe non l'ha capito, quindi cercherò di spiegarlo nel modo più comprensibile possibile.
Costruzione della prospettiva
- Il primo elemento che ci serve per la costruzione della prospettiva è la linea di orizzonte.
Manco a dirlo è una linea orizzontale e generalmente coincide con l'orizzonte visivo, ovvero il punto in cui vediamo che cielo e terra si incontrano. Non è un caso, ovviamente, una volta vista la costruzione dovrebbe essere tutto più chiaro.
La linea di orizzonte corrisponde con l'altezza del nostro occhio. Guardando dritto davanti a noi, se ci troviamo in cima ad un albero la linea di orizzonte sarà molto alta (vedremo molta terra e poco cielo), mentre se ci sdraiamo a terra sarà molto bassa (vedremo molto cielo e poca terra).
- Il secondo elemento è il punto di fuga, ovvero un punto sull'orizzonte nel quale vanno ad incontrarsi visivamente tutte le linee parallele.
Ma come! Se sono parallele non si incontrano mai!
Vero. Infatti si incontrano visivamente nell'approssimazione geometrica della prospettiva.
Se in una visione ortogonale o assonometrica(che non prende in considerazione la prospettiva) noi vediamo due linee parallele, quindi, sappiamo che in prospettiva queste andranno ad incontrarsi in un punto di fuga.
-Una volta stabiliti questi due elementi possiamo cominciare ad inserire le nostre figure. Supponiamo di avere alcuni parallelepipedi, tutti dritti rispetto a noi, in posizioni diverse nello spazio.
-Ora che abbiamo le facce frontali cominciamo a portare le linee di profondità verso il punto di fuga.
-A questo punto possiamo disegnare le facce dietro, riportando la stessa forma della faccia frontale, rimpicciolita per farla combaciare con le linee di profondità. Per stabilire la profondità delle forme possiamo semplicemente calcolare più o meno la metà dello spessore non in prospettiva, come vediamo abbastanza bene dai cubi. Possiamo stabilire il primo punto su una delle linee di profondità, e poi tirare le altre linee orizzontali e verticali di conseguenza, fermandole quando incontrano un'altra linea di profondità
-Per finire ripassiamo solo le linee delle forme che vediamo per ottenere la costruzione finita.
Questo tipo di prospettiva è detta frontale e utilizza un solo punto di fuga.
In questo caso l'altezza e la larghezza riamangono invariate, e le linee parallele rimangono parallele anche visivamente parlando, mentre la profondità viene messa in prospettiva, ovvero le linee parallele all'asse si incontrano nel punto di fuga, che sarà più o meno nel centro del foglio.
Ma sta roba non è realistica
Basta un minimo di osservazione della realtà per capire che questo metodo di rappresentazione fa acqua da tutte le parti, ma come inizio va bene per capire il concetto, e come approssimazione si applica abbastanza quando abbiamo un oggetto vicino al centro del nostro campo visivo e che abbia una faccia rivolta verso di noi, oppure se rappresentiamo una stanza vista ad esempio dalla porta.
Più avanti vedremo anche cosa succede quando il nostro punto di vista non è così semplice, quando i punti di fuga aumentano e la linea di orizzonte non è più così ovvia, ma per ora è importante che sia chiaro il concetto che tutte le linee parallele di profondità devono incontrarsi nel punto di fuga sull'orizzonte.
Perchè la prospettiva è importante
A questo punto potrebbe sorgere spontanea una domanda: ma se la prospettiva è solo una rappresentazione approssimativa e non accurata, vale la pena di stare a fare tutta la costruzione per fare un disegno che tanto nemmeno si vede se ho fatto tutto per bene o se ho fatto a occhio?
La risposta ovviamente è si, vale la pena. Non si può semplicemente andare a occhio e sperare che vada tutto bene. A volte possiamo pensare di fare correzioni a occhio, ma dietro deve esserci una forte comprensione della prospettiva classica. Se pensiamo di basarci solo sulla nostra esperienza visiva faremo sicuramente degli errori e non capiremo neanche cos'abbiamo sbagliato.
Errori comuni
Qua sotto ho rappresentato alcuni errori comuni che si possono fare quando non si segue la costruzione della prospettiva ma si fa ad occhio.
Nel primo caso vediamo il lato superiore anche se non dovremmo, perchè sta sopra la linea di orizzonte. Nel secondo caso abbiamo alcune delle linee della profondità che non si incontrano nel punto di fuga ma restano visivamente parallele. Nel terzo caso le linee si incontrano in un punto di fuga, che però non sta sull'orizzonte. In tutti i casi l'impressione che abbiamo è che il cubo non sia un cubo, che ci sia qualcosa che non va, magari senza nemmeno sapere esattamente cosa sia. Tutti e tre gli errori sono dati dal fatto che alcune delle linee che dovrebbero essere in prospettiva vanno un po' dove vogliono invece che dove dovrebbero.
Per le forme più complesse
Credo ci siano regole di costruzione geometriche per mettere in prospettiva circa ogni cosa. Sinceramente non mi ricordo nemmeno come si faccia, ma immagino ci siano metodi anche abbastanza pecisi, per il disegno geometrico o architettonico. Siccome però non stiamo facendo disegno geometrico direi che possiamo basare tutte le nostre costruzioni su quella del quadrato, inscrivendo al suo interno le forme che vogliamo ottenere.
Per prima cosa troviamo le diagonali unendo gli angoli, il loro punto d'incontro ci dà il centro, volendo tracciamo pure le mediane. Con questi punti di riferimento possiamo riportare approssimativamente la figura inscritta nel quadrato in prospettiva.
Ma come, tutte quelle menate sulla costruzione geometrica e poi andiamo ad occhio? Beh, noi la costruzione la facciamo per bene, semplicemente riportiamo un po' a occhio i punti che abbiamo trovato con la costruzione geometrica corretta. Questo è solo un metodo semplice per non complicarci troppo la vita, se fatto bene dà dei risultati soddisfacenti per il disegno a mano libera, se volete darvi al disegno architettonico chiaramente è tutta un'altra storia.
Conclusioni
Mettendo assieme la prospettiva e la semplificazione delle forme ora possiamo cominciare a disegnare composizioni di oggetti in prospettiva, sempre partendo dalle forme semplici e aggiungendo particolari come abbiamo visto nella scorsa lezione.
Ah, un'ultima cosa. Se guardiamo bene il nostro disegno prospettico vedremo che non ci da alcuna indicazione sulle reali dimensioni degli oggetti. Non sappiamo ad esempio se il cubo in alto a sinistra sia piccolo e vicino e grande e lontano. Per aiutarci in questo ci sono vari “trucchi”, ma li vedremo più avanti.
p.s. come dicevo all'inizio, per alcuni la prospettiva potrebbe essere un po' ostica, quindi se avete dubbi/domande/insulti sentitevi liberi di commentare qua sotto.
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